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Comunità e Chiesa Parrocchiale - Milano

Comunità Insieme – Gennaio 2021

10 Febbraio 2021 by Luca Zaninello

La cultura della cura: via sicura per la pace

L’anno 2021 è iniziato con tanti buoni auspici: sarà certo migliore del 2020, che tanti hanno lasciato volentieri alle spalle; sarà certamente un anno pieno di speranza grazie ai nuovi vaccini che ci proteggeranno dal contagio di Covid 19; la speranza dei contemporanei è anche che sia un anno di ripresa economica, almeno in qualche forma inziale, nei vari settori produttivi e anche culturali.
Un segno importante di ripresa lo desiderano tutti per i minorenni, per gli studenti di ogni ordine e grado, e per il mondo della scuola (e in piccolo anche per la ripresa formativa in seno agli Oratori e alle Parrocchie).
Anche il Vescovo Mario l’ha detto e quasi gridato il giorno di Sant’Ambrogio: “Tocca anche a te, tocca anche a noi” promuovere la cultura dell’impegno e la scelta di stare al proprio posto per fare funzionare la Chiesa, il Lavoro, la Scuola, i Trasporti, perfino la Politica … Tocca un po’ a tutti, con le attenzioni dovute, fare qualcosa di buono perché la vita vada avanti con coraggio e determinazione, per combattere questo clima deprimente che avvolge molte persone e molte famiglie di questi tempi che sembrano senza futuro.

Il primo gennaio anche Papa Francesco ha stimolato la Chiesa cattolica e tutti gli uomini di buona volontà a costruire la pace, attraverso il richiamo alla Cultura della cura. Già dal titolo della Giornata Mondiale della Pace è apparsa questa prospettiva: “La cultura della cura come percorso di pace”. Un richiamo forte a superare ormai la devastante cultura della indifferenza, dello scarto e dello scontro: atteggiamenti indegni sia del vivere civile che delle nostre relazioni sociali. Dopo l’anno appena trascorso, con le difficoltà che abbiamo tutti dovuto affrontare, dovremmo avere compreso  quanto sia importante lasciarci alle spalle certe parole e certi atteggiamenti; piuttosto adoperarci per una vera cultura della cura, cioè ritenere indispensabile  prenderci cura gli uni degli altri, prenderci a cuore le relazioni con le persone più deboli o sole o semplicemente anziane, e non scherzare più con il Creato, per abitare anche in futuro la nostra casa comune.

Il Papa in questo breve messaggio ha proposto un itinerario. Anzitutto biblico, perché la cura per le relazioni e la cura per il mondo nascono dall’atteggiamento di Dio che da sempre si prende cura di noi, e ha affidato il mondo all’uomo e alla donna perché lo custodisse, usandolo con responsabilità. Inoltre il Papa ha fatto memoria dell’insegnamento di Gesù nei Vangeli (e in particolare nella Parabola del buon Samaritano, già citata in un capitolo della Fratelli Tutti) dai quali emerge lo stile di vita della Chiesa e del cristiano, chiamato sempre a prendersi cura dei fratelli, specie quelli derelitti o in grande difficoltà, ma anche con tutti gli altri: collaboratori, familiari, vicinato. A conferma di ciò il Papa fa memoria del cammino della Chiesa nei vari tempi della sua storia: quante opere e quanti carismi nella Chiesa sono nati dal prendersi cura degli altri: verso i malati (la nascita di case di cura, Ospedali, luoghi dove curare fisicamente ogni tipo di malattia), sempre più al passo con i tempi; quante spiritualità sono nate da santi educatori e da santi votati alle opere di Misericordia; quanti carismi hanno avvicinato la Chiesa alle persone che sono spesso scartate dalla società o dalle stesse famiglie, perché ritenute un peso troppo oneroso (handicappati, orfani, anziani non autosufficienti, giovani e adulti in strada, ecc…)?

Papa Francesco richiama la responsabilità di tutti: dalle personalità più importanti a quelle che hanno responsabilità nel mondo del lavoro o anche la Chiesa stessa, nelle sue opere caritative. Ciascuno deve garantire i diritti fondamentali della persona, per non ledere la dignità di alcuno. Da almeno cent’anni la Dottrina Sociale della Chiesa lo esige, dice il Papa: favorire e proteggere la dignità di ogni persona, avere cura del bene comune e non solo dei beni personali, esercitare scelte chiare di solidarietà concreta nei rapporti sociali; e poi questa benedetta cura del Creato (già con la “Laudato sii” il Papa si era pronunciato). “Pace, giustizia e salvaguardia del creato sono tre questioni del tutto interconnesse” dice Papa Francesco. Siamo tutti ormai connessi e implicati nella globalizzazione a tutti i livelli: economia, comunicazione, ricerca scientifica, scambio culturale tra i popoli, … ma questa dimensione comune dell’Umanità deve avere una rotta chiara e questa direzione comune è proprio la Cultura della cura, cioè il prendersi cura gli uni degli altri senza lasciare indietro nessuno. E allora questa rotta / direzione si potrà dire veramente “umana”. È disumano favorire un progresso che lasci indietro parte della Umanità per avere benessere solo per sè.

A fine discorso vengono ricordati gli ambiti di impegno dove avviene la promozione della Cultura della cura e il Papa non parla solo ai grandi del mondo, ai responsabili delle Nazioni, ma anche alle diverse espressioni delle Chiese cristiane e al desiderio di unità che va favorita anche in una prospettiva ecumenica. Francesco però non tralascia di ricordare che anche l’ambito famigliare e l’ambito scolastico posso essere ogni giorno il banco di prova di una vera cultura della cura, incominciando da quelli di casa, e favorendo e accrescendo quei valori che si vivono negli ambienti più veri della formazione della persona.

Ciascuno faccia davvero la sua parte e in questo mese di gennaio. Lasciamoci provocare da questi richiami per fare scelte conseguenti, mentre riprende l’itinerario scolastico, la catechesi, il cammino formativo delle Università, il lavoro, e anche le nostre famiglie decidano concretamente come fare la propria parte nella direzione del bene comune e della preoccupazione per coloro che rischiano di essere travolti dalla crisi economica o dalla crisi esistenziale creata dal forzato distanziamento. Possiamo davvero fare anche noi la nostra parte per prenderci cura gli uni degli altri. Possiamo favorire anche noi una Cultura della Cura, che è molto meglio della Cultura della indifferenza.

Posted in: COMUNITA' INSIEME Tagged: comunità insieme

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